Il mio datore di lavoro può accedere alla mia posta elettronica durante la mia assenza ?

Un collaboratore ha comunicato il suo indirizzo elettronico professionale a numerosi contatti privati e utilizza questo indirizzo come indirizzo principale. Così riceve un numero importante di posta elettronica, tanto professionale che privata.

In seguito ad un incidente, questo collaboratore è assente per un lungo periodo.

Il suo datore di lavoro desidera accedere alla sua posta elettronica per garantire la gestione degli affari correnti. Prende contatto con il collaboratore in questo senso. Quest’ultimo però non vuole che il suo datore di lavoro possa vedere la sua posta privata e rifiuta di dare i suoi codici d’accesso.

Una soluzione accettabile per entrambi le parti deve essere trovata.

Il datore di lavoro non ha il diritto di accedere alla posta elettronica privata del collaboratore, ma quest’ultimo dovrebbe utilizzare il suo indirizzo professionale solo a dei fini professionali.
Raccomandazioni
Una direttiva riguardante la gestione della posta elettronica, in entrata e in uscita, che protegga al contempo la sfera privata del collaboratore deve esistere in seno all’organizzazione per evitare questo genere di conflitto. In caso di problemi, l’IFPD invita a indicare un sostituto e a definire un diritto d’accesso personalizzato per evitare che il sostituto abbia accesso ai messaggi privati.
Prinicipi di base
Cst. 13 al. 1 ; CP 143, 179novies e 321ter; CO 328 e 328b
Diritto al rispetto della sfera privata compresa la corrispondenza; protezione del lavoratore, trasparenza della raccolta di dati (scopo riconoscibile e nessuna utilizzazione all’infuori di questo scopo).
Esempio concreto