Ho il diritto di controllare gli accessi in rete dei miei dipendenti in caso di sospetto abuso?
![Introduzione](/img/i_point_it.gif)
X lavora in un’azienda da poco tempo, ma è già molto deluso dalla sua scelta, poiché considera che le proprie competenze non siano valorizzate.
![Avviatore](/img/d_point_it.gif)
Demotivato, sta cercando attivamente un altro posto di lavoro, dapprima solo durante le pause, poi gradualmente anche durante il resto della giornata. Ha la coscienza tranquilla perché è in pari con il suo lavoro. E non è il solo a navigare in rete, come può osservare tra i suoi colleghi.
![Peripezia](/img/p_point_it.gif)
La direzione dei servizi d’informazione (DSI) da qualche tempo constata un forte rallentamento del flusso di dati sulla rete e sospetta che diversi collaboratori usino regolarmente Internet a scopi privati durante le ore di lavoro, nonostante al momento dell’assunzione siano state loro spiegate verbalmente le regole in materia. I controlli svolti confermano questi timori.
![Risoluzione](/img/r_point_it.gif)
Diversi collaboratori, tra cui X, sono convocati dalle RU, che impartisce loro un avvertimento orale. X reagisce con veemenza, perché svolge puntualmente tutti gli incarichi richiesti e ritiene di avere il diritto di cercare un altro posto di lavoro. Inoltre, è sorpreso per questo controllo non comunicato e non reso anonimo.
![Conclusione](/img/c_point_it.gif)
Il direttore generale constata che la sua azienda non ha formalizzato le regole per l’utilizzo di Internet e della relativa sorveglianza e che, in mancanza, i controlli dovevano essere annunciati in anticipo. Egli fornisce quindi istruzioni in questo senso.
Raccomandazioni
Per garantire la disponibilità dell’informazione, si possono stabilire delle regole d’utilizzo degli strumenti dell’ufficio e di Internet e prevedere controlli e sanzioni in caso di violazione, ma devono essere scritte e comunicate al personale. Il principio di proporzionalità impone che i controlli siano adeguati ai sospetti e ai rischi per l’azienda, e in un primo tempo dovrebbero essere anonimi. Inoltre, il datore di lavoro ha l’obbligo legale di proteggere la personalità dei propri dipendenti.
Prinicipi di base
art. 4 e 7 LPD, 328 CO e 6 LL
Buona fede e trasparenza della raccolta dati, proporzionalità, sicurezza; protezione della personalità dei lavoratori
Esempio concreto
si veda la guida dell’IFPDT:
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